Minor impatto ambientale e minori costi: la scelta di Tosingraf

[custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″ accent=”true”]Azienda[/custom_headline]
Tosingraf è un’azienda che da quarant’anni commercializza, progetta e produce macchine per il dopo-stampa fornendo alla clientela una completa assistenza tecnica post vendita. Gestisce inoltre un reparto per la produzione di materiali di consumo quali copertine di varia forma e di varie materie prime.

Tradizionalmente rivolta al mercato italiano, da qualche anno opera anche all’estero fornendo una gamma di macchine con il marchio “Mamo”.

L’azienda ha al suo interno un centro di ricerca e sviluppo per il continuo aggiornamento tecnologico della propria offerta e per la messa a punto di prototipi.

[custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″ accent=”true”]La Sfida[/custom_headline]
Dopo aver affrontato diversi cambiamenti organizzativi e investito in nuovi sistemi informatici, l’azienda ha deciso di dedicare particolare attenzione ai problemi ambientali.

Un intervento molto significativo è stato l’installazione di un impianto fotovoltaico da 60 kw attivo già da alcuni anni.

Un secondo intervento significativo è stata l’introduzione della politica di utilizzare per la produzione dei materiali di consumo esclusivamente materie prime certificate secondo la regolamentazione REACH.

Consapevole dei problemi dei propri clienti l’azienda ha inoltre focalizzato la sua politica commerciale sulla vendita di prodotti (quali rilegatrici/plastificatrici/distruggi documenti) “riparabili” piuttosto che su quelli “usa e getta” riducendo quindi il problema dei rifiuti anche alla clientela. Ma la Direzione avvertiva che tutto questo non era sufficiente e che molto restava da fare per ridurre l’impatto ambientale e i relativi costi.

[custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″ accent=”true”]L’Intervento[/custom_headline]
Utilizzando anche lo strumento dell’Action Research nell’ambito di un progetto finanziato FSE si sono identificate tutte le forme di spreco esistenti in azienda (scarti, sfridi, rifiuti, consumi energetici) in tutte le aree, dalla produzione alla logistica, al lavoro d’ufficio.

Si sono quindi definiti gli interventi necessari per contenere tali sprechi e si è introdotto un sistema completo per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Al fine di misurare in modo sistematico l’impatto ambientale si è deciso di utilizzare l’indicatore OSR (Overall Sustainability Ratio) definito e proposto da GC&P. Tale indicatore esprime il rapporto tra risorse impiegate e risorse trasformate in prodotti vendibili. Queste ultime differiscono dalle prime a causa di emissioni, consumi di energie, scarti, sfridi e rifiuti. Ne discende che minori sono gli “sprechi” di ogni tipo, più vicino all’unità è l’indicatore e che un aumento nel tempo dell’indicatore significa che l’azienda diviene progressivamente meno “sprecona” e più virtuosa sotto il profilo ambientale.

[custom_headline type=”left” level=”h2″ looks_like=”h4″ accent=”true”]I Risultati[/custom_headline]
Il lavoro svolto ha portato a una riduzione notevole degli sfridi e degli scarti in produzione. Inoltre ha consentito di rilevare sistematicamente (e perciò di tenere sotto controllo) tutte le forme di spreco esistenti in azienda. Infine ha introdotto in azienda una maggiore consapevolezza dell’importanza della lotta agli sprechi in qualunque forma si manifestino e di una raccolta differenziata più attenta e organizzata che in passato.