Perchè investire in Turchia? Intervista a Yavuz Akiol, DYHI’s Managing Director

Perchè investire in Turchia? Intervista a Yavuz Akiol, DYHI’s Managing Director

Yavuz Akyol

Intervistiamo Yavuz Akiol, DYHI’s Managing Director, Cofounder and President of the Leverage Services Network sul perchè investire in Turchia e sulle possibilità per le PMI italiane in questo grande mercato emergente.

Come sta andando l’economia turca?

L’economia turca negli ultimi otto anni è sempre cresciuta a un ritmo elevato e stabile il che, nel panorama dell’economia mondiale, rappresenta un esempio di notevole successo.

Una sana strategia macroeconomica unita a una buona politica fiscale e ad alcune riforme strutturali attuate a partire dal 2002 hanno consentito alla nostra economia di integrarsi nel mondo globalizzato e hanno incoraggiato il flusso degli investimenti internazionali verso la Turchia.

Le riforme strutturali, accelerate dal processo di adesione all’ Unione Europea, hanno preparato il terreno per ampi cambiamenti in molte aree. L’obiettivo principale di questi interventi è stato quello di aumentare il ruolo del settore privato nell’economia Turca, di aumentare l’efficienza e la flessibilità del settore finanziario e di rendere più solido il sistema di sicurezza sociale. Come conseguenza la crescita media annuale del PIL è stata del 5,2% nei nove anni dal 2002 al 2011 offrendo ottime opportunità a chi vuole investire in Turchia.

Nel contempo la Turchia è riuscita a tenere a freno la finanza pubblica. Il debito pubblico è sceso dal 74% al 39,4% nei nove anni dal 2002 al 2011. E’ stato così possibile, a partire dal 2004, realizzare l’obiettivo del 60% stabilito dai criteri di Maastricht per il debito pubblico. Contemporaneamente nel periodo 2002-2011 il deficit di bilancio è passato da oltre il 10% a meno del 3%, limite stabilito da Maastricht.

Mentre il PIL del paese è più che triplicato passando dai 231 miliardi di dollari nel 2002 ai 772 miliardi, il PIL pro capite nello stesso periodo è cresciuto da 3.500 dollari a 10.444.

Il commercio estero ha conosciuto un notevole incremento come è testimoniato dalle esportazioni passate da 36 miliardi di dollari nel 2002 a 135 miliardi nel 2011. I ricavi del turismo sono passati da 8,5 miliardi di dollari nel 2002 a oltre 23 miliardi nel 2011.

Questa rilevante crescita economica ha inserito la Turchia tra le maggiori economie emergenti e oggi in termini di PIL il paese rappresenta la sedicesima economia a livello mondiale e la quinta nell’ambito dell’Unione Europea.

Mentre molte economie stanno ancora soffrendo a causa della recente recessione finanziaria globale, l’economia Turca è cresciuta del 9,2% nel 2010 e del 8,5% nel 2011, qualificandosi come l’economia a maggior sviluppo in Europa e una delle economie con maggior crescita al mondo.

Secondo le stime della OECD la Turchia sarà l’economia in maggior sviluppo nel periodo2011-2017 con una crescita media annua del 6,7 percento.

E’ notizia recentissima che l’agenzia di rating Standard and poors (S&P) ha elevato il rating della Turchia da “BB” a “BB+”.

Un’altra agenzia di rating, Fitch, ha elevato il rating della Turchia a “investment grade” alla fine dello scorso anno.

La Turchia è aperta agli investimenti stranieri?

La Turchia, in base allo A.T. Kearney FDI Confidence Index, è il 13° paese più attrattivo degli investimenti stranieri al mondo.

Alla fine del 2011 circa 30.000 aziende con capitale straniero operavano in Turchia e nello stesso 2011 si è avuta un’ immissione di capitale straniero pari a 16 miliardi di dollari.

La Turchia offre significative opportunità agli investimenti stranieri per la collocazione geografica del paese che ne fa il crocevia tra l’Europa, il Medio Oriente e l’Asia centrale.

L’ospitalità e l’apertura, caratteristiche da sempre del popolo, rendono il paese attraente per tutti gli stranieri che vogliono investire in Turchia.

La legislazione relative agli investimenti è semplice e in linea con gli standard internazionali assicurando uguale trattamento a tutti gli investitori.

Il cuore di tale legislazione è costituito dalla Encouragement of Investments and Employment Law, dalla Foreign Direct Investments Law, dai trattati internazionali e da varie leggi e regolamenti relativi alla promozione di investimenti settoriali.

Gli scopi della Foreign Direct Investment Law (FDI) sono:

  • Incoraggiare gli investimenti stranieri nel paese
  • Proteggere i diritti degli investitori
  • Applicare gli standard internazionali
  • Stabilire un sistema basato sulla notifica piuttosto che uno basato sull’autorizzazione
  • Aumentare il volume degli investimenti attraverso procedure e politiche snelle e semplificate.

La FDI Law fornisce una definizione di investitori stranieri e di investimento straniero diretto. Inoltre spiega i principi su cui si basa il FDI, quali la libertà di investire, il trattamento nazionale, l’esproprio e la nazionalizzazione, i trasferimenti, l’accesso alla proprietà immobiliare, la risoluzione delle dispute, la valutazione del capitale non monetario, lil trattamento degli espatriati e gli uffici di collegamento.

Il regolamento per l’implementazione della FDI Law specifica i principi e le procedure per l’applicazione della legge.

Una nuova legge sui permessi di lavoro per stranieri si propone di regolare le attività lavorative svolte da stranieri e definire le regole sui permessi di lavoro a personale straniero

Quali sono le principali ragioni per investire in Turchia?  

In sintesi mi sembrano queste:

  • La posizione geografica
  • L’ospitalità e l’apertura verso lo straniero del nostro popolo
  • Un’economia in rapido e costante sviluppo
  • Un costo del lavoro contenuto
  • Un mercato domestico ampio e in crescita
  • Una legislazione favorevole
  • La presenza di un settore privato maturo e dinamico
  • L’unione doganale con l’Unione Europea
  • La presenza di infrastrutture già a buon livello e in via di costante miglioramento

Come sono le relazioni bilaterali tra Italia e Turchia ?

Gli investitori Italiani possono usufruire di tutte le condizioni favorevoli (geografiche, ambientali, legislative) di cui abbiamo detto.

Il volume degli scambi tra Italia e Turchia ha raggiunto i 21 miliardi di dollari. L’Italia è attualmente il quarto partner commerciale della Turchia e le importazioni dall’Italia hanno raggiunto i 13,5 miliardi di dollari.

Il numero delle aziende italiane presenti nel paese è aumentato di dieci volte negli ultimi cinque anni raggiungendo la cifra di 850.

Accordi bilaterali per la promozione e la protezione degli investimenti sono stati conclusi con 75 paesi tra cui l’Italia. La Turchia ha firmato inoltre trattati per la prevenzione della doppia tassazione con 77 paesi inclusa l’Italia. Questi accordi consentono di dedurre le tasse pagate in uno dei due paesi da quelle pagate nell’altro evitando così la doppia tassazione.

L’Italia è un paese con 4 milioni di piccole e medie imprese. La Turchia può essere un paese interessante in cui investire?

Rispetto ad altri paesi in via di sviluppo la Turchia presenta un indubbio vantaggio per la sua posizione geografica di collegamento tra l’Europa e il medio oriente.

Dal punto di vista della mentalità la Turchia e l’Italia sono simili come ho già detto e questo facilita le relazioni.

Inoltre la crescita della domanda interna e la disponibilità di una buona forza lavoro rendono la Turchia un mercato decisamente interessante per le PMI Italiane che si caratterizzano per la loro qualità, efficienza e flessibilità.

Quali industrie sono più interessanti per le aziende Italiane?

E’ difficile rispondere a questa domanda. Siccome la domanda interna sta crescendo a ritmi sostenuti, potenzialmente esistono spazi per ogni tipo di bene di consumo.

Un settore certamente interessante è il tessile-abbigliamento: chi fosse in grado di presentarsi con un brand prestigioso unito a un’adeguata politica di prezzi potrebbe ottenere risultati estremamente interessanti.

Un altro settore interessante come il tessile potrebbe essere quello alimentare.

Anche aziende business to business tecnologicamente e organizzativamente avanzate potrebbero trovare un mercato interessante .

In sintesi ogni settore può essere interessante per chi ha un buon marchio, competenze tecniche, capacità organizzative e attenzione alla qualità e al servizio.

Ovviamente è molto importante conoscere il paese e sapere dove creare la propria attività e scegliere i canali di comunicazione e di vendita più appropriati.

Qualche suggerimento per iniziare a investire in Turchia? 

Il mio consiglio è di eseguire una approfondita analisi del mercato al termine della quale decidere se, come e dove investire in Turchia sulla base di numeri certi e di solide e realistiche convinzioni.   A questo dovrebbe seguire una fase di test per verificare la reale risposta del mercato in termini di vendite.

Che tipo di supporto la vostra organizzazione può dare alle aziende Italiane che vogliono investire in Turchia?

Siamo in grado di supportarle  in vari modi. Alle aziende che affrontano il mercato turco per la prima volta possiamo offrire un supporto basato sull’applicazione di una consolidata metodologia che prevede lo svolgimento di tre azioni:

  • Un’analisi generale delle opportunità esistenti
  • Una ricerca di mercato approfondita relativa al settore e ai prodotti dell’azienda
  • L’analisi delle opportunità e dei rischi e la stesura di un piano di azione come supporto alla decisione di investire o meno.

Se poi l’azienda sceglie di investire possiamo supportarla nella fase di implementazione del piano e nel monitoraggio dei risultati raggiunti.

Per le aziende già presenti nel mercato turco il nostro supporto riguarda interventi per il miglioramento dell’efficienza organizzativa, per l’incremento delle vendite e per l’identificazione di nuove opportunità di business.

Vuoi saperne di più? Visita la nostra pagina relativa all’internazionalizzazione d’impresa. 

GC&P è una società di consulenza internazionale specializzata in servizi ad alto valore per le PMI

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