Il Brasile non è un paese per principianti

Il Brasile non è un paese per principianti

PMI e sviluppo internazionale. Non solo binomio possibile, ma strada obbligata per lo sviluppo del business, da affrontare con la competenza e la preparazione necessarie.

Diego D’Ermoggine, avvocato e consulente d’impresa, ha una lunga esperienza internazionale, ed una conoscenza approfondita del Brasile, Paese dove lavora dal 1996. Senior Consultant presso Gianesin Canepari & Partners, è Direttore delle relazioni internazionali di CEBRASSE (Centrale Brasiliana del Settore dei Servizi) e del Museu a Céu Aberto (Organizzazione no profit che realizza progetti culturali), oltre che titolare della societàBrasil Meeting Points di San Paolo.

A lui spetterà, nell’ambito del Business Forum Opportunity, dare un quadro del Brasile come opportunità per lo sviluppo del business delle PMI italiane.

La sua esperienza dà prova di come i processi di internazionalizzazione richiedano non solo grandi competenze ma anche sistemi di relazione consolidati nel paese obiettivo. Si è visto, anche attraverso molti fallimenti cui si è assistito, come a grandi potenzialità dei mercati internazionali corrispondano grandi rischi. Per questo ogni progetto paese va affrontato con criterio, pianificazione, capacità e risorse adeguate (risorse che sono finanziarie ma anche e soprattutto umane) per evitare, o perlomeno ridurre al minimo, i rischi e massimizzare i risultati.

Il metodo GC&P prevede una fase importantissima, oltre gli studi analitici che preparano all’ingresso dell’azienda nel Paese: quello che si chiama“presidiare l’ultimo miglio”, ossia quel complesso di azioni pratiche che concretamente bisogna gestire quando si avvia un processo di internazionalizzazione.

«Presidiare l’ultimo miglio – sottolinea l’avv. D’Ermoggine – significa garantire al cliente che non ci si limita a fornire studi, analisi, presentazioni ma che siamo in grado di portare a termine tutto il processo assistendo in cliente nella effettiva messa a punto del suo business internazionale nel paese obiettivo, fino alla ricerca e selezione partner locali.»

La situazione attuale è quella di un mercato globale che ha creato grosse opportunità di crescita, aumentando però dall’altro il numero e la qualità dei concorrenti. Non solo le multinazionali, ma anche aziende di dimensioni medio piccole dovranno necessariamente inserire nei propri processi la formulazione della strategia e l’attivazione di un processo di pianificazione e controllo della stessa nel breve, medio e lungo termine. Rispetto ai competitor globali, l’Italia gode ancora di un grande appeal che le viene dall’immagine positiva del paese (storia e bellezze paesaggistiche), dalla riconoscibilità estetica e qualitativa dei nostri prodotti, dalla creatività artigiana dei nostri imprenditori, dalla “fame” di prodotti a marchi italiani nei paesi emergenti.

Il Brasile ormai da qualche anno non è più “o País do futuro” ma una delle realtà economiche che presenta alti tassi di sviluppo e un modello di crescita con ampia redistribuzione di reddito, che ne fa uno dei mercati più interessanti per gli investimenti stranieri, tanto da collocarlo ai primi posti per attrattività di capitali esteri.

A grandi potenzialità corrispondono grandi rischi e pertanto, come diceva qualcuno, il Brasile “non è un paese per principianti” ma va affrontato con criterio e pianificazione.

I numeri del Brasile:

– dimensioni continentali: 8.514.877 Km2 contro 301.340 Km2 dell’Italia, ossia 28,26 volte più grande dell’Italia.

– 5º Paese più grande al mondo sia in termini di territorio che di popolazione (196,5 milioni).

– Repubblica Federale. Democrazia consolidata. Vero forte federalismo e grande autonomia degli stati (26 Stati + 1 DF) e delle municipalità (5.526 municipi).

– unica lingua, il Portoghese, tante culture diverse.

– età media (dati 2010): 28,8 anni, in aumento data la bassa fecondità.

– religione: Cattolicesimo (il Brasile è il paese con il maggior numero di crsitiani cattolici al mondo) e altri culti cristiano evangelici, molte minoranze religiose presenti e ampiamente tollerate.

– dall’Italia collegamenti diretti giornalieri con San Paolo e Rio de Janeiro. Dalle principali capitali europee, collegamenti diretti giornalieri. Con TAP via Lisbona collegamenti con le principali capitali.

Da dimenticare lo stereotipo di Paese di football, carnevale e spiagge. Il Brasile è:

– un grande paese in forte sviluppo

– una democrazia consolidata

– un paese ad alta tecnologia

– un paese con un parco industriale moderno ed efficiente

– un paese con forti regole e sistemi di controllo avanzati

– un paese dal sistema bancario modernissimo

– un paese con una forte burocrazia

– un paese con dove le imprese hanno elevatissimi livelli di management

– un paese con una classe dirigente moderna e preparata

– un paese con una diffusa ed elevata cultura finanziaria

– un paese con un certo “helpful desrespect of law” come diceva Nicholas Negroponte ma dove la legge è legge e viene fatta rispettare, specie con gli stranieri.

Il Brasile va considerato come un Paese strategico, dove ogni passo deve essere adeguatamente meditato e pianificato. Le opportunità per le imprese italiane sono molto ampie, in un mercato interno grande e aperto alle proposte innovative. Il Brasile premia i veri imprenditori e non perdona chi lo affronta con mero spirito speculativo.

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