Sintesi del 5° report sui trend Macroeconomici e Settoriali
Dal V Report GCP sui Trend Macroeconomici e Settoriali – IV Trimestre 2025
Ogni trimestre, attraverso la rubrica “I venerdì di GCP”, facciamo il punto della situazione con una pubblicazione dedicata ai trend macroeconomici e settoriali. Nella definizione del Report ci siamo affidati all’esperienza del Dott. Luigi Marcadella, giornalista economico che collabora con le più note testate giornalistiche di economia e finanza italiane. Ogni pubblicazione è accompagnata da un webinar o da un evento di approfondimento, per offrire non solo informazioni, ma anche spunti pratici per le decisioni aziendali future. Gli abstract del report sono disponibili online sul nostro sito, permettendo un accesso immediato a sintesi e punti chiave.
Sintesi in punti chiave
Tra guerra, pace, dazi e incertezza
L’economia globale resta sospesa tra aperture e tensioni. I dazi commerciali – ormai strutturali – rappresentano la punta di un iceberg fatto di limitazioni reciproche all’export e extra-tasse sui trasporti marittimi tra Stati Uniti e Cina. Nel breve periodo, gli effetti sui prezzi saranno contenuti, ma l’aumento dei noli marittimi e la dipendenza dalla Cina sulle terre rare rischiano di generare pressioni lungo le filiere tecnologiche e manifatturiere. Lo scenario geopolitico rimane fragile: il conflitto in Ucraina si intreccia con la crisi economica e politica rispettivamente in Germania e Francia, mentre in Medio Oriente si intravedono segnali di stabilizzazione ancora incerti.
Crescita più contenuta nel 2026, inflazione sotto controllo
Il 2026 si preannuncia un anno di raffreddamento economico, dopo il rimbalzo del biennio post-pandemico. La crescita globale rallenta, con l’eccezione della Germania, dove il nuovo governo Merz punta su un piano di investimenti pubblici per rilanciare la manifattura. In Italia, la crescita attesa si ferma a +0,6%, trainata dai progetti del PNRR, che giungeranno a conclusione entro fine anno. Le pressioni inflazionistiche restano moderate e gestibili: un segnale di stabilità per famiglie e imprese europee.
…e i settori?
Meccanica ed Elettromeccanica: riposizionamento globale e rilancio italiano
Il comparto meccanico ed elettromeccanico resta tra i più dinamici del manifatturiero, ma vive una trasformazione profonda, spinta da politiche industriali, tensioni commerciali e innovazione tecnologica.
A livello internazionale, la guerra dei dazi USA-Cina sta ridisegnando le catene globali del valore. Gli Stati Uniti rilanciano la manifattura interna con incentivi e programmi di reindustrializzazione, mentre la Cina accelera su robotica e automazione, aumentando la competizione sui costi e sull’innovazione. Nel frattempo, l’automotive tedesco mostra segnali di ripresa grazie ai nuovi modelli elettrici, con effetti positivi sull’indotto italiano. L’Europa rivede i propri piani green in chiave più pragmatica, favorendo l’efficienza industriale rispetto alla sostituzione totale degli impianti. Crescono, inoltre, gli investimenti in difesa e space economy, due settori trainanti per la subfornitura meccanica.
In Italia, la ripartenza degli investimenti in beni strumentali e gli incentivi della Transizione 5.0 spingono la modernizzazione produttiva. Il credito torna accessibile e le imprese mostrano fiducia nel futuro. La sfida è mantenere competitività sui mercati internazionali, gestendo volatilità e nuove regole commerciali.
In sintesi: la meccanica italiana si muove tra riposizionamento globale e rilancio interno, puntando su innovazione, automazione e sostenibilità per consolidare il proprio ruolo in Europa.
Food: solidità strutturale e nuova vitalità produttiva
Il settore alimentare si conferma una colonna portante del Made in Italy, capace di unire redditività, stabilità e resilienza. Tra aprile e giugno 2025 la produzione cresce del +2%, il fatturato estero del +14,5% e quello interno del +5,8%: numeri che raccontano una filiera viva e reattiva. Nonostante l’incertezza sui dazi, i produttori riescono a mantenere i flussi commerciali, adattandosi rapidamente ai nuovi equilibri globali.
I dati mostrano andamenti differenziati:
- Bevande in lieve flessione, ma mercato interno positivo.
- Export agroalimentare in crescita del +6,5%, con picchi verso Spagna (+17,3%) e Polonia (+16,6%).
- Ottime performance per lattiero-caseari, dolciari e frutta fresca; in calo vino (-1,3%) e ortaggi trasformati (-3,3%).
In sintesi: il Food italiano resta un settore trainante, forte di qualità, tracciabilità e sostenibilità. un equilibrio virtuoso tra tradizione e innovazione.
Tessile e abbigliamento: consumi deboli, modelli in transizione
Il comparto tessile e moda affronta una fase di rallentamento strutturale, complice la fragilità dei consumi internazionali e la crisi del retail. La domanda europea e cinese resta incerta, mentre i redditi in aumento si orientano verso servizi, benessere e tecnologia, più che verso l’abbigliamento.
La polarizzazione del mercato è evidente:
- Il fast fashion soffre costi crescenti e reputazione fragile.
- Il lusso vive una domanda più selettiva. Secondo Altagamma, il 35% dei consumatori aspirazionali ha ridotto o sospeso gli acquisti di lusso (45% in Cina, 30% in Europa e USA).
Le cause? Prezzi percepiti come eccessivi, minore valore percepito e maggiore prudenza finanziaria. La sostenibilità e la trasparenza diventano così i nuovi driver strategici.
In sintesi: la moda italiana deve ripensare valore, posizionamento e canali distributivi, puntando su autenticità, qualità e tracciabilità.
Legno, arredo e design: crescita più moderata ma ancora solida
Dopo anni di forte espansione, il legno-arredo rallenta ma resta uno dei pilastri del Made in Italy. Le previsioni 2025 sono state riviste: dal +6,4% iniziale al +4,7%, con un mercato interno al +2,8% e un export al +7,1% (fonte Federlegno). Il comparto continua a beneficiare dell’elevata reputazione internazionale: il 51% dell’export è destinato all’UE (quasi 10 miliardi di euro), con Francia, Germania e Stati Uniti come principali mercati.
In sintesi: il settore mantiene una traiettoria positiva grazie a innovazione, design e sostenibilità dei materiali, ma deve difendere i margini in un contesto di domanda più selettiva.
Servizi: espansione solida, fiducia in crescita e nuovi equilibri del terziario
Il terziario resta il principale motore della crescita italiana. L’indice PMI Servizi sale a 52,5 punti, decimo mese consecutivo sopra la soglia di espansione. Crescono ordini, occupazione e fiducia, mentre i costi rallentano leggermente, segno di stabilizzazione.
Il turismo consolida la ripresa con volumi vicini ai livelli pre-pandemia: in aumento la domanda internazionale, soprattutto da USA e Nord Europa, e forte crescita del turismo esperienziale e sostenibile. Accanto a questo, i servizi alla persona si affermano come segmento in espansione, sostenuti da invecchiamento demografico, benessere, sport e welfare aziendale.
Tra gli ambiti più attrattivi del futuro:
- Consulenza strategica e organizzativa (digitale, ESG, governance)
- ICT e intelligenza artificiale applicata
- Servizi ambientali e green
- Logistica e supply chain management
- Formazione e capitale umano
In sintesi: il settore dei servizi si consolida come traino dell’economia nazionale, con un equilibrio virtuoso tra innovazione, inclusione e sviluppo sostenibile.
Conclusioni per le imprese
Il nuovo contesto globale richiede visione strategica e adattabilità. Le imprese che sapranno leggere il cambiamento potranno rafforzare la loro competitività puntando su quattro leve fondamentali:
1. Innovazione e diversificazione: prodotti e servizi ad alto valore aggiunto per nuovi mercati.
2. Catene di fornitura più corte e resilienti: per gestire rischi geopolitici e logistici.
3. Efficienza interna e digitalizzazione: lean management, automazione e intelligenza artificiale.
4. Sostenibilità come vantaggio competitivo: integrazione tra tecnologia, ambiente e redditività.
Uno sguardo al 2026
Il 2026 sarà un anno di transizione strategica: crescita moderata, inflazione sotto controllo, ma grandi opportunità per chi saprà innovare. In un mondo frammentato, l’Italia può giocare la sua partita puntando su valore, flessibilità e sostenibilità: le tre parole chiave della competitività GCP.
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