Gaetano Cocco, un ingegnere campione del Mondo

IntervistaCoccoGaetano Cocco è una persona che ha speso una vita nel campo della progettazione. Dopo la laurea in ingegneria e un periodo di “gavetta” presso l’Alfa Romeo dei tempi d’oro ha passato vent’anni all’Aprilia, protagonista nella progettazione delle moto vincitrici di numerosi titoli mondiali. Dopo quattro anni in un’azienda leader mondiale nella progettazione e costruzione di giostre di alto livello è infine approdato alla consulenza.

Qual è stata per te l’esperienza più importante, quella che ti ha segnato di più?

Indubbiamente quella in Aprilia, tant’è vero che continuo ad occuparmi di moto e ho anche scritto un libro sull’argomento.

Quanti mondiali hai vinto con Aprilia? Che cosa prova un progettista quando la sua invenzione vince un mondiale?

Ho partecipato al raggiungimento dei primo titolo nella classe 125 ed ai primi due della classe 250. E’ difficile esprimere la gioia che si prova al raggiungimento di un traguardo di eccellenza come un titolo mondiale. Certo queste vittorie mi hanno fornito un’altissima motivazione per continuare a migliorare il mio lavoro con dedizione e con passione.

Sarebbe interessante rivivere insieme quelle emozioni, ma la cosa ci porterebbe lontano. Perciò veniamo al nostro tema: in questi tuoi vent’anni di esperienza quali sono i principali cambiamenti avvenuti negli Uffici Tecnici?

L’avvento degli strumenti informatici, sia di disegno, sia di calcolo, sia di gestione dati ha provocato un cambiamento radicale nella progettazione a fronte, specialmente in Italia, di una incompleta formazione professionale che ha creato un preoccupante sottoutilizzo di tali strumenti.

L’evoluzione economica e legislativa ha inoltre imposto all’UT nuove pesanti incombenze, basti pensare alla necessità di rispettare le normative sulla sicurezza e le normative sulla qualità, che nel tempo, giustamente, sono divenute più pesanti e complesse.

Quali sono oggi i principali problemi degli Uffici Tecnici?

Mi pare che i principali problemi siano tre.

In primo luogo l’esigenza di ridurre il time-to-market: lo sviluppo di un nuovo prodotto deve essere molto più rapido che in passato.

In secondo luogo esiste spesso uno scollamento tra l’Ufficio Tecnico e il resto dell’azienda.

Infine esiste una certa difficoltà a definire un piano coerente di sviluppo prodotto.

Il primo dei problemi da te citati è l’esigenza di ridurre il time to market: come è possibile raggiungere questo obiettivo?

Migliorando la gestione dei progetti e questo può essere ottenuto in vari modi: scegliendo bene i capi progetto, adottando metodologie che consentano un controllo semplice ed efficace dell’avanzamento, coinvolgendo nel progetto di sviluppo prodotto non solo i tecnici, ma anche persone della produzione, degli acquisti ecc. e laddove necessario anche fornitori e clienti.

Veniamo al problema dell’integrazione con il resto dell’azienda: come si può a tuo giudizio migliorare questa integrazione?

E’ questo un problema che non deve essere nascosto in azienda ma affrontato come uno dei punti strategici fondamentali da risolvere. Si può affermare che il 70% dei costi venga definito nella fase di progettazione. Per migliorare l’integrazione si deve lavorare sulla comunicazione formale e non formale fra i vari enti aziendali.

Con tutti gli strumenti a disposizione (formazione, gruppi di lavoro ecc.) occorre rimuovere la vecchia cultura secondo la quale l’Ufficio Tecnico è una specie di “torre d’avorio” separata e impenetrabile dalla quale per grazia ricevuta di tanto in tanto l’azienda riceve qualche regalo, a volte neppure tanto gradito.

Un altro dei principali problemi è la scelta dei prodotti su cui investire le risorse di progettazione. Anche qui come si può a tuo giudizio migliorare?

Una grande carenza spesso riscontrata nelle PMI è lo sviluppo del piano prodotto. Senza la giusta collaborazione dei vari enti aziendali, Marketing, Commerciale, Progettazione e Produzione, si incorre nella perdita di competitività del prodotto. Lo sviluppo del piano prodotto va fatta secondo metodologie e procedure da adeguare alle esigenze specifiche dell’azienda.

Anche in questo caso l’integrazione è di fondamentale importanza.

Come hai rilevato spesso l’Ufficio Tecnico appare come una “torre d’avorio” che vive di vita propria e che nessuno è in grado di controllare. E’ possibile secondo la tua esperienza controllare l’operato dell’Ufficio Tecnico?

Contrariamente a quello che comunemente si pensa non è difficile definire modalità di controllo sull’operato dell’Ufficio Tecnico. In molti casi abbiamo creato un “cruscotto” per monitorare nel tempo la produttività dell’UT, e ottenere indicazioni per migliorare la competitività dei futuri progetti.

In conclusione tre suggerimenti per i Responsabili di Uffici Tecnici……..

Consentimi di darne quattro.

Primo. Avere il coraggio di aprire le porte dell’UT ascoltando l’azienda e facendosi ascoltare.

Secondo. Essere propositivi e, se necessario, anche battaglieri nelle riunioni aziendali di definizione dei nuovi progetti.

Terzo. Mantenersi aggiornati non solo sugli strumenti tecnici, ma anche sulle moderne metodologie per lo sviluppo prodotto, per ridurre il Time to market .

Quarto. Non aver paura di introdurre indicatori di misura della propria efficienza ed efficacia.

Il mio attuale lavoro di consulente ha proprio l’obiettivo di aiutare gli Uffici Tecnici a mettere in pratica questi suggerimenti.

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