Lorenzo Alberton ci racconta come costruire siti web aziendali eccellenti

Lorenzo AlbertonLorenzo Alberton è Ingegnere informatico, risiede in Inghilterra da tre anni. Fin da ragazzo si è sempre occupato del mondo di internet, di linguaggi di programmazione come PHP, Java, C/C++ . Ha contribuito allo sviluppo tecnico di decine di siti, non da ultimi quelli di BBC e di Channel 5. Si occupa anche dello sviluppo del sito istituzionale di GC&P. Intervistiamo Lorenzo su un tema sempre molto di attualità, come rendere più significativi i siti istituzionali aziendali.

Lorenzo, grazie innanzitutto di dedicarci parte del tuo prezioso tempo, sappiamo che sei molto impegnato. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo percorso professionale?

Mi sono laureato al Politecnico di Torino. Durante il periodo di tesi e nell’anno successivo mi sono dedicato ad un progetto di ricerca e sviluppo sul tema della classificazione automatica di testi, e sull’estrazione di informazioni da testi non strutturati (linguistica computazionale, machine learning). Nel 2008 mi sono trasferito a Londra e ho cominciato ad occuparmi di consulenza per grandi aziende con problemi di scalabilità, sicurezza e performance. Per fare un esempio ho lavorato all’homepage della BBC che ha 11 ML di accessi giornalieri. Grazie ad un’ottimizzazione dell’architettura e del codice, siamo riusciti a portare le prestazioni per singolo server da 40 a 950 accessi al secondo.

Oggi di cosa ti occupi in particolare?

Oggi mi occupo dello sviluppo di una nuova piattaforma per l’analisi di dati provenienti dai nuovi media: Twitter, Facebook, WordPress, Linkedin, Myspace e molti altri. In pratica ogni giorno analizziamo e filtriamo centinaia di milioni di messaggi, blog, dati geo-referenziati, e di ciascuno cerchiamo di determinare l’autorità della sorgente e l’opinione espressa. Attraverso la nostra piattaforma siamo in grado di processare tutti questi dati in tempo reale, secondo regole impostate dai nostri clienti, che possono comprendere migliaia di parametri combinati.

Alcuni casi reali?

Abbiamo studiato un’applicazione per analizzare la correlazione tra gli andamenti delle quotazioni in borsa e come e quanto la gente ne parla sul web. Stiamo anche studiando un’applicazione sui grandi eventi. In base ai messaggi inviati via Twitter o Facebook, e a quanto una persona è seguita su queste piattaforme, siamo infatti in grado di individuare i cosiddetti “influenzatori” o opinion leader. Incrociando queste informazioni con i dati geo-referenziati che accompagnano i messaggi inviati da dispositivi mobili (cellulari, palmari, iPad) possiamo dire con certezza quali sono i “posti caldi”, ovvero quelli dove la concentrazione di opinion leader è maggiore, e fornire queste informazioni ai partecipanti all’evento e ai giornali, che sono sempre alla ricerca di notizie, oppure alle aziende che sono sempre alla ricerca dei cosidetti ‘influenzatori’.

Un curriculum di tutto rispetto! La domanda viene spontanea, perché non ti sei fermato in Italia? Siamo così indietro?

Sì, a Londra ci sono molte più possibilità nel campo ICT, dove valgono i meriti e la competenza e non solo la seniority anagrafica. Londra è la Silicon Valley europea, qui si trovano i “guru” europei, un ecosistema fertile e accesso alle ultime novità tecnologiche. Se c’è un’idea, c’è la possibilità di trovare investitori e persone competenti per svilupparla. Londra è anche un polo mondiale per scambi d’informazioni e idee da tutto il mondo, un vero catalizzatore di talenti, ben lontano dalla visione campanilistica di tante realtà italiane. La metodologia di lavoro anglosassone è molto più pragmatica ed efficace, c’è meno burocrazia, meno lentezza nelle decisioni, meno lentezza nello sviluppo.

Da tre anni lavoro su tecnologie nuovissime, e ormai qui le metodologie di sviluppo “lean” o “agile” (come le chiamiamo noi informatici!) sono ben diffuse, mentre in Italia quasi non esistono o se ne parla ancora solo in via teorica.

Hai accennato allo sviluppo lean in campo informativo, un tema interessante!

Direi che potremmo fare degli interessanti parallelismi tra l’applicazione della lean alle aziende manifatturiere e a quelle di sviluppo informatico. Applichiamo quotidianamente concetti simili al concurrent engineering. Mi piacerebbe discutere con voi, che siete degli esperti sulla lean, di questo argomento approfonditamente.

Volentieri, direi che ne vale senza dubbio la pena! Veniamo ora al tema dell’intervista: siti aziendali in generale, Innanzitutto come dovrebbe essere un sito aziendale? Quali sono i parametri attraverso i quali valuti un sito?

Dal punto di vista tecnico, importanti sono la sicurezza, le performance (tempo di generazione e velocità di rendering della pagina) e la scalabilità (per gestire volumi di traffico che variano nel tempo).

Dal punto di vista dell’usabilità, cioè quanto è intuitivo il sito, com’è facile muoversi al suo interno per raggiungere i contenuti desiderati. Un design pulito solitamente facilita l’usabilità e l’orientamento dell’utente.

Un altro parametro importante è l’accessibilità: utenti che non dispongono di mouse, o hanno problemi di vista parziali o permanenti, riescono comunque a navigare nel sito? Alcune tecnologie come flash in particolare tendono a creare seri problemi di accessibilità.

Cosa ci dici sui contenuti?

Perché sia utile, un sito deve avere contenuti aggiornati in continuazione, in quanto è l’unico modo per far tornare la gente.

Le informazioni devono essere rilevanti, sintetiche, chiare, in quanto gli utenti hanno una soglia di attenzione ridotta. Articoli troppo lunghi non vengono lenti, l’utente se ne va.

Bisogna evitare di lodarsi: il successo di un prodotto o di un servizio è legato al successo dell’utilizzatore nel raggiungere i propri obiettivi e alla conseguente soddisfazione di sé, non allo strumento utilizzato per raggiungerli. All’utente non interessa sapere che l’azienda è il leader di mercato, vuole solo risolvere il proprio problema.

Evitare la “fuffa”! Ad Esempio, lo slogan che una volta compariva sul sito di GC&P: “ Supportiamo le aziende a creare valore per i loro clienti” poteva adattarsi ad un’azienda di telefonia come ad una banca o qualunque altra azienda di servizi!

Uno dei temi più pesanti è l’aggiornamento dei contenuti, qualche suggerimento per riuscire ad aggiornarli più spesso?

Direi assolutamente di prevedere un’area “news” e comunque di fare in modo che il sito abbia un equilibrio tra parti fisse, istituzionali, e parti variabili e continuamente in evoluzione.

Bisogna tenere presente che per creare nuovi contenuti non serve scrivere tanto, spesso basta un’idea, un pensiero, un tweet!

Oggi sono disponibili svariati programmi per misurare gli accessi ad un sito. Quale secondo te è il migliore? Quali indicatori sugli accessi ritieni più significativi?

Dipende da quello che si vuole fare. Uno strumento molto usato è Google Analytics che è gratuito, veloce e offre svariate possibilità, come misurare le conversioni, da dove arrivano gli utenti e come si muovono nel sito. Direi che gli indicatori di base da utilizzare sono il numero di visite, il numero di visitatori unici, il tempo medio di permanenza, il tasso di rimbalzo. Per siti internazionali può essere interessante valutare differenze di visita nelle varie aree geografiche, per valutare quali contenuti rispondono meglio a diverse aree culturali.

Quale relazione ci può essere tra nuovi media (facebook, linkedin, tweetter) e siti istituzionali aziendali?

Avere un account pubblico su questi servizi facilita la comunicazione con gli utenti, invita alla partecipazione attiva. Visto che tutti sono su facebook e twitter vale la pena esserci. E’ un modo semplice ed efficace di aprire un canale di dialogo.

Ci puoi raccontare qualcosa sul sito di GC&P? Quali sono le sue caratteristiche tecniche?

Il sito è scritto in PHP (con un framework molto utilizzato) e si appoggia ad un database MySQL. Il sito è ora integrato con Twitter, e presenta un sistema di gestione delle traduzioni dei contenuti innovativo ed efficace. Il sito non presenta complessità tecniche elevate, in quanto il numero di accessi è ancora relativamente contenuto.

Sui contenuti, che cosa ci dici?

I contenuti mi piacciono: interessanti, variegati. Il sito presenta un giusto mix tra pagine statiche e dinamiche, testi, video, foto. Più che l’azienda sono messe in risalto le persone. Trovo molto interessanti i casi aziendali: gli esempi concreti sono un ottimo modo di descrivere la propria attività, puntando l’attenzione sul cliente anziché su se stessi, e molte aziende possono riconoscersi negli stessi problemi.

Quali novità sono previste per il 2011?

Abbiamo già attivato il servizio di news istantanee collegato a Twitter e un canale YouTube. A breve lavoreremo su una “press room”.

Un’ultimissima domanda, quali progetti professionali hai per il futuro?

Mi piacerebbe continuare a specializzarmi in architetture di sistemi distribuiti e di larga scala, e occuparmi ancora di più della guida e direzione di team di sviluppo, facendo particolare attenzione all’applicazione dei processi snelli. Naturalmente continuerò anche il tour di conferenze specialistiche in giro per il mondo, a breve sarò a Verona, a Maggio in Canada.

Lorenzo, grazie e speriamo di averti presto in Italia. Abbiamo bisogno di giovani capaci, volenterosi e preparati!

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