Obiettivo 5 – Parità di genere

Obiettivo 5 – Parità di genere

Obiettivo 5 – Parità di genere

Di Michela Colasante – Consulente senior GC&P per lo Sviluppo Internazionale, Marketing e Comunicazione, Facilitatrice all’interno del Progetto Il Veneto delle Donne, Brand Ambassador WomenXImpact

Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità firmato nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU e rappresenta il nuovo quadro di riferimento globale per l’impegno internazionale a trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del pianeta, dalla povertà ai cambiamenti climatici.

Obiettivo 5: La parità di Genere

L’obiettivo nr. 5 – obiettivo a sé ma a nostro parere trasversale anche a tutti gli altri –  è la Parità di Genere.

Finché metà della popolazione mondiale non viene valorizzata, resa visibile e considerata nei processi decisionali, finché persistono violenza e disuguaglianze di genere, non potrà esserci sviluppo sostenibile.

A progettare e costruire il futuro devono essere anche le donne, con urgenza.

Una nuova visione del mondo può venire solo da una reale parità. Da modelli adeguati attorno a noi, da un impegno da parte di tutti e tutte per superare stereotipi ancorati al sistema patriarcale e contrastare un’idea arcaica di potere.

Siamo il paese con il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa (49%). Un capitale umano inutilizzato e sprecato, con ripercussioni negative anche a livello economico, oltre che sociale.

Perché vediamo ancora così poche donne in posizioni di rilievo nelle istituzioni e nelle aziende?

Perché esistono ancora consistenti disparità nella retribuzione e nei percorsi di carriera?

Cosa stiamo facendo a sostegno della genitorialità condivisa e per favorire la valorizzazione e la conservazione dei talenti femminili all’interno delle organizzazioni?

Ci stanno dicendo da ogni dove che ci vorranno 135 anni per colmare il gender gap, che si è ulteriormente allargato dopo la pandemia. Il nostro obiettivo oggi è contribuire a ridurre questo tempo infinito, creando cultura e consapevolezza in uomini e donne di oggi e di domani.

Per promettere prosperità, pace e benessere serve un nuovo punto di vista nelle famiglie, nella società, nelle imprese, che ne sono parte integrante, serve la responsabilità dei singoli e della collettività.

Ridurre il gender gap è un lavoro di squadra. Servono realismo e consapevolezza, misti a una buona dose di ottimismo e speranza.

Siamo convinte che, assieme, possiamo creare modelli, momenti di confronto, idee e azione concrete, con uomini donne e quanti vorranno avere un impatto positivo e propositivo sul mondo del lavoro, sulla comunità, sull’ambiente.

Può la parità di genere essere un tema di compliance?

Lo dobbiamo fare per avere degli sgravi fiscali o perché crediamo che la parità possa valorizzare gli esseri umani, dare la possibilità a tutte e a tutti di mettere a valore i propri talenti, di dare il proprio contributo?

Certificazione di Parità

Previsto dal PNRR, con la legge 162/2021 che ha modificato il Codice per le pari opportunità, è stato introdotto il sistema della Certificazione della Parità di genere nelle organizzazioni. Lo scorso 24 marzo la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti e il Presidente UNI Giuseppe Rossi hanno presentato la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere.

Le Linee Guida indicano le direzioni da intraprendere per avviare un percorso sistemico di cambiamento culturale: dal semplice e puro rispetto dei principi costituzionali di parità e uguaglianza all’adozione di politiche economiche e fiscali mirate per favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.

La prassi prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti, nonché di incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere all’interno del DNA delle organizzazioni, in modo da produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo.

La certificazione sarà volontaria e sarà erogata esclusivamente da Enti di Certificazione accreditati. Con l’ottenimento della certificazione, le imprese avranno una riduzione dell’1% (fino a 50mila euro all’anno) sui contributi da versare, oltre che punteggi premianti per gare, bandi e progetti pubblici.

Gli indicatori alla base della certificazione di genere e previsti all’interno della prassi UNI 125:2022 ricoprono le seguenti aree:

  • Cultura e strategia aziendale sulla diversità di genere
  • Struttura di governance dedicata alla diversità di genere
  • Processi HR legati al ciclo di vita delle risorse umane nelle organizzazioni
  • Opportunità di crescita in azienda per tutti a prescindere dal genere
  • Equità remunerativa
  • Tutela della genitorialità e conciliazione di vita e lavoro
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