I 10 punti chiave del II report sui trend macroeconomici e settoriali – I trimestre 2025

I 10 punti chiave del II report sui trend macroeconomici e settoriali – I trimestre 2025

I 10 punti chiave del II report sui trend macroeconomici e settoriali – I trimestre 2025

Come ci eravamo lasciati: i punti chiave del I report sui trend macroeconomici e settoriali – IV trimestre 2024

  • Crescita economica e regionalizzazione: La crescita del PIL sarà più forte in Oriente, soprattutto in India, mentre Europa e Stati Uniti cresceranno a ritmo più lento. La regionalizzazione delle catene di fornitura, dettata da rischi geopolitici e costi, rappresenta un’opportunità per la manifattura italiana, con focus sui mercati vicini come la Spagna, il Paese europeo con la crescita più promettente.

  • Trasformazioni settoriali e opportunità sostenibili: Mentre settori come metalmeccanico, arredamento e tessile-abbigliamento affrontano sfide legate alla domanda debole e alla transizione post-COVID, il comparto food & beverage e i servizi offrono dinamismo. La transizione verde, con investimenti strutturali, deve essere vista come un’opportunità strategica per l’innovazione aziendale.

I 10 punti chiave del II report sui trend macroeconomici e settoriali – I trimestre 2025

 

1. “Dalla Globalizzazione si deve uscire”

Lo slogan “Make America Great Again” (MAGA) ha una buona dose di incongruenze, soprattutto considerando che gli Stati Uniti non hanno mai realmente smesso di essere grandi. Secondo Trump, dalla globalizzazione si deve uscire per liberare l’economia USA da dipendenze che ne acuiscono la vulnerabilità, e ne impediscono la ripresa industriale/manifatturiera (c’è una larga parte di Stati americani colpiti da fenomeni notevoli di deindustrializzazione). Non c’è solo la Silicon Valley.

La politica (geo) è ritornata prepotentemente nell’economia e quindi le imprese dovranno tenerne conto (dazi, sussidi, catene del valore strategiche, energia, trasporti, normative sfidanti). È probabile che il commercio internazionale a partire dalla seconda parte del 2025 ne risenta. Confermiamo che sia probabile la progressiva regionalizzazione di alcune importanti catene di fornitura nelle GCV (Global Value Chains), a causa dei rischi geopolitici.


2. Super dollaro?

Un dollaro forte sull’euro potrebbe almeno in parte compensare l’effetto dei probabili dazi alle merci europee. Per L’Italia e l’Europa in generale, attenzione all’acquisto di materie prime e combustibili fossili, il cui prezzo è ancorato al dollaro. Non si prevedono al momento derive inflazionistiche rilevanti.


3. La debolezza dell’Unione Europea

Inflazione: al momento BCE ha riportato la situazione sotto controllo (il target è il 2%). Rischi di ritocchi verso l’alto dei prezzi sono legati alle questioni energetiche, l’economia europea non è infatti così brillante sotto il punto di vista della crescita. I costi della transizione energetica e green che effetti produrranno ancora sui prezzi dell’industria europea? Dubbio: ci saranno riadattamenti tattici della nuova Commissione? Allungamento delle scadenze?

La crisi della prima economia manifatturiera d’Europa, la Germania, non è passeggera.


4. Economia tedesca in stallo

La Germania si avvia alle elezioni anticipate di febbraio con l’estrema destra di AfD data nei sondaggi al 18%, ma con la Cdu-Csu sopra il 32% e i socialisti al 15,7%. Ci sarà una riedizione della Grosse Koalition tra cristiano-democratici e socialisti? (Per raggiungere la maggioranza servirà comunque uno o più junior partner). Sembra però scongiurato – a meno di clamorose sorprese – un cambio di rotta con l’AfD al governo

La Germania sta attraversando la fase di stagnazione più lunga dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Sta perdendo terreno in modo significativo nel confronto internazionale (Timo Wollmershäuser, economista Ifo). In assenza di contromisure, le imprese continueranno a delocalizzare produzione e investimenti all’estero. Anche la crescita della produttività rimarrebbe debole, poiché il valore aggiunto e l’occupazione nei settori ad alta produttività verrebbero sostituiti dal valore aggiunto in settori dei servizi a bassa crescita di produttività

Nel 2024, il Pil reale è stato solo leggermente superiore rispetto al 2019 ( pre Covid-19). Ciò significa che l’economia tedesca è rimasta in stallo per cinque anni: digitalizzazione, decarbonizzazione, demografia e deglobalizzazione. Il peso fiscale, burocratico e dei costi energetici per le imprese è elevato; il rinnovamento delle infrastrutture digitali, energetiche e dei trasporti procede lentamente; e la carenza di manodopera qualificata è più marcata.

La Cina ha compiuto grandi progressi nella produzione di tecnologie chiave, in particolare nell’automotive e nell’ingegneria meccanica, trasformandosi da officina del mondo a concorrente diretto


5. Francia Instabile politicamente

Maggiori sono le incognite legate all’instabilità politica francese: segmentazione a tre dello spettro politico: il centro di Macron è sempre più schiacciato tra il radicalismo di destra e sinistra. Per vincolo costituzionale, non si può tornare alle urne prima di luglio 2025, ma nel momento in cui vi si tornasse non sarebbe da escludere un cambio di rotta radicale della politica francese verso l’estremismo di sinistra (Mélenchon) o di destra (Le Pen).

Proviamo ad immaginarci l’Unione Europea che deve fare fronte alle questioni commerciali, tariffarie, la partita dell’Ucraina, la rimodulazione della politica industriale con una distanza politica tra Parigi e Berlino al limite dell’incomunicabilità. Il rischio di uno stallo europeo è concreto…


6. Ritorna la questione energetica

Il 1° gennaio 2025, per la prima volta dal 1984, anno dell’entrata in servizio del gasdotto Urengoy–Pomary-Uzhhorod, il Vecchio Continente non riceverà gas russo via tubo dopo la fine dell’accordo di transito nel Paese euroasiatico attraverso le rotte passanti per l’Ucraina. Una quota continua a giungere attraverso il mercato del gas naturale liquefatto (Gnl), principalmente in Francia e Spagna (forniture ben lontane da quelle degli anni pre-guerra). Concorrenza di Stati Uniti e Qatar, che da tempo sono attivi nel contesto europeo.

L’Italia può diversificare le sue fonti di approvvigionamento: grazie alla forza di attori come l’Eni e alla sua centralità in una vasta rete di infrastrutture per potenziare le importazioni di gas da Stati come Algeria, Azerbaijan e Qatar. Tuttavia…

Troppa energia viene oggi prodotta in Italia con il gas metano, circa il 40% del totale, questo rende il costo dell’energia in Italia tra i più alti al mondo.

Problemi di competitività delle imprese: la quotazione al TTF di Amsterdam è poco sotto i 50 euro al MWh. Sono valori lontani dal massimo di 300 €/MWh toccati nell’estate 2022, nel pieno della crisi energetica, ma del 43% superiori al valore con cui era iniziato il 2024 (meno di 35 €/MWh) e due volte e mezzo un prezzo medio precedente l’invasione dell’Ucraina che dopo il Covid-19 si era assestato mediamente a 20 €/MWh.


7. I tre rapporti magici per L’unione Europea

RAPPORTO DRAGHI

Per ristabilire la competitività dell’Europa servono circa 800 miliardi annui di investimenti, il 4% del Pil ovvero il doppio del piano Marshall. Il rapporto contiene un messaggio chiaro per le leadership europee: o si interviene con risorse pubbliche comuni o la sfida globale è persa. Il futuro della competitività dell’Europa e degli investimenti riguarderà in primis la struttura delle reti (digitali ed energetiche) e infrastrutturali.


RAPPORTO LETTA

L’Europa ha bisogno di un suo Delaware, un 28esimo Stato virtuale con un sistema legale a sé che attrae le imprese. L’UE dovrebbe avere regole di mercato uniche per le aziende. Come fare per sprigionare nuove energie? Creare una struttura di governance aggiuntiva, opzionale per le imprese bypassando la legislazione dei singoli Stati membri…


REPORT NINNISTO

L’ex presidente finlandese Sauli Niinisto nel report sulla difesa europea preparato per la Commissione dice:

  • Il 20% del bilancio complessivo dell’Ue dovrebbe contribuire alla sicurezza e alla preparazione alle crisi dell’Ue
  • Riorganizzazione dei diversi strumenti di bilancio per mettere in campo un pacchetto di finanziamenti in campo della difesa
  • Il 2% del Pil europeo non basterà più…

8. Nuove prospettive per il settore della meccanica?

Se, da un lato l’automotive tedesco, appare in difficoltà, dall’altra parte si aprono nuovi scenari su altri ambiti:

  • Transizione energetica ed energie rinnovabili (eolico, solare e tutte le componentistiche necessarie);
  • Progressiva elettrificazione di tecnologie tradizionalmente alimentate con motori endotermici;
  • Opportunità della nuova fase di investimenti dell’industria militare europea;
  • L’orizzonte della Space Economy.

9. Food & Beverage Superstar?

Ci attendiamo una progressiva capacità dei marchi italiani di conquistare nuovi mercati, una tendenza che non si ferma in quanto ci sono alcuni trend globali:

  • L’immagine positiva che ha l’Italia come paese del buon gusto e del buon cibo;
  • Sostenibilità (c’è una crescente domanda globale per prodotti alimentari sostenibili e biologici);
  • Ampliamento domanda mondiale marchi alta gamma.

10. Normalizzazione di Arredo e Fashion dopo il boom post covid

Il tessile abbigliamento (che in Italia significa soprattutto produzioni di alta gamma) risente della crisi del retail tradizionale e del calo dei consumi cinesi, l’arredo di una fase di normalizzazione dei consumi, dopo gli anni di boom, anche spinti dai bonus edilizi. Permane una situazione di stallo nei consumi in Germania e Francia, tradizionali mercati di sbocco dell’arredo italiano. Sono previsti margini di miglioramento nel 2025 per aree in via di sviluppo (urbanizzazione dei Paesi del golfo).


Ogni trimestre, attraverso la rubrica “I venerdì di GCP”, faremo il punto della situazione con una pubblicazione dedicata ai trend macroeconomici e settoriali.

Nella definizione del Report ci siamo affidati all’esperienza del Dott. Luigi Marcadella, giornalista economico che collabora con le più note testate giornalistiche di economia e finanza italiane.

Ogni pubblicazione sarà accompagnata da un webinar o un evento di approfondimento, per offrire non solo informazioni, ma anche spunti pratici per le decisioni aziendali future. Gli abstract del report saranno disponibili online sul nostro sito, permettendo un accesso immediato a sintesi e punti chiave.

 

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