Donne: cuore del rinascimento veneto. Una sintesi della tavola rotonda

Donne: cuore del rinascimento veneto. Una sintesi della tavola rotonda

Donne: cuore del rinascimento veneto. Una sintesi della tavola rotonda

Il fulcro dell’evento “Donne: Cuore del rinascimento veneto – Proattività e parità di genere per il successo delle organizzazioni” è stata una tavola rotonda che ha visto 6 donne testimoniare e raccontare il loro punto di vista sulla parità di genere e del motivo per cui rappresenti un obiettivo irrinunciabile e non più rimandabile.

AGENDA 2030 ONU – Obiettivo 5: la parità di genere. Le donne e il loro impegno valoriale per un futuro più sostenibile è il titolo di questa tavola rotonda alla quale hanno partecipato:

  • Marianna Benetti, fondatrice and CEO Veil Energy Srl, Master of Science in Ingegneria Meccanica
  • Elisa Barausse, Sales and Marketing Manager di Barausse Doors, Presidente del Consiglio di Sezione Legno e Arredo – Confindustria Vicenza
  • Virginia Busato, Pianificatrice Finanziaria delle donne
  • Erika Spegiorin, Intermediario Assicurativo
  • Valentina Cremona, imprenditrice e formatrice, Presidente del Gruppo provinciale Terziario Donna Confcommercio Treviso
  • Loredana Zanella, Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Regione Veneto

I temi trattati sono stati molteplici, ma possono riassumersi in alcune parole chiave:
Impegno e responsabilità, valori, futuro e sostenibilità.

Questi sono gli ambiti nei quali le donne possono e devono dare il loro contributo per progettare e costruire il futuro.

A seguito della pandemia saranno necessari 135 anni per recuperare il gender gap, ed è un tempo infitino. Come ricorda Michela Colasante, moderatrice della tavola rotonda, dobbiamo impegnarci perché le nuove generazioni non chiedano più a Samantha Cristoforetti chi si occuperà dei figli e della casa mentre lei è in missione nello spazio.

Questo e molti altri sono stereotipi da superare e solo con il lavoro di squadra e con la creazione di reti si può ricreare la società su basi diverse.

Loredana Zanella (Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Regione Veneto) ci ricorda che la parità di genere in Italia c’è già stata.

Durante la prima guerra mondiale, infatti, le donne sono state attive al 100% nel prendere posto, in tutti i campi, degli uomini chiamati alle armi. Con l’avvento del fascismo, purtroppo, le donne sono state riportate in casa.
Negli anni ‘60, durante il boom economico, le donne sono entrate nelle fabbriche. Questo passaggio è avvenuto senza considerare la variabile tempo, che è fondamentale nella misura in cui, ancora oggi, sulle spalle delle donne grava il peso della gestione della famiglia e della casa.

Elisa Barausse (Sales and Marketing Manager di Barausse Doors) sottolinea che il primo passo è quelli di iniziare ad usufruire dei servizi che già esistono.

L’esempio portato è quello della così detta “maternità facoltativa” che in realtà si chiama congedo parentale ed offre ad entrambi i genitori un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita.

Si tratta di un problema culturale: definendo maternità facoltativa un istituto studiato per entrambi i genitori, significa, da un lato, limitare i diritti del padre di dedicarsi alla famiglia, dall’altro una tacita deresponsabilizzazione degli uomini alla gestione familiare.

È la cultura degli stereotipi che pone freno alle donne, lo ricorda Virginia Busato (Pianificatrice Finanziaria delle donne) evidenziando come la gestione del denaro e la gestione finanziaria sia una prerogativa maschile.

La cosa preoccupante è che anche le donne credono di non essere in grado di gestire i soldi. Manca educazione finanziaria che è un aspetto vitale per l’indipendenza economica. “La prospettiva di vita si è allungata: smettiamo di lavorare a 65 anni poi le nostre vite continuano per altri 15/ 20 anni”. La sostenibilità economica dell’individuo è un problema. E, come ricorda Loredana Zanella, l’assenza di autonomia economica aumenta l’incidenza di violenza di genere.

Lo stesso gap culturale lo vive Erika Spegiorin (intermediaria assicurativa) evidenziando come in tale settore le donne rappresentino solo il 13% dei 25.000 agenti in Italia. “C’è bisogno di donne” nel settore “perché abbiamo un aspetto nel rapporto con il cliente e nel rapporto con la direzione che gli uomini non hanno” e che è fondamentale nel mondo assicurativo.

Valentina Cremona (imprenditrice e Presidente del Gruppo provinciale Terziario Donna Confcommercio Treviso) sottolinea l’importanza di fare rete non solo con persone caratterizzate da obiettivi comuni, ma anche con persone che possono vicendevolmente aiutarsi, anche fuori dall’ambito strettamente professionali. “Il PNRR promette più asili, ma non abbiamo bisogno di edifici, abbiamo bisogno di servizi” ed è qui che la rete aiuta, individuando la possibilità di interagire con persone in grado di erogare questi servizi.
In questo senso possiamo parlare di armonizzazione, piuttosto che di conciliazione. Conciliazione sottende la ricerca di un accordo tra persone in disaccordo, armonizzare significa trovare una soluzione condivisa.

E per trovare soluzioni condivise è necessario l’apporto della visione femminile. Come ci ricorda Marianna Benetti esistono due intelligenze, una maschile ed una femminile: dobbiamo comprendere che servono entrambe. Non includere le donne significa avere una visione parziale che non permette il raggiungimento degli obiettivi, in tutti i campi.

Loredana Zanella ricorda che le donne sono poco rappresentate in politica, e questo implica che non saranno mai possibili cambiamenti. A suo parere, per ottenere una svolta tangibile, le donne dovrebbero rappresentare almeno il 40 % della scena politica.

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