CBAM cos’è e come funziona

CBAM cos’è e come funziona

CBAM cos’è e come funziona

Dal Green Deal al CBAM: di cosa parliamo?

Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è una proposta legislativa avanzata dall’Unione Europea come parte del suo Green Deal. Si tratta di un meccanismo di adeguamento del confine carbonio, volto a garantire che le imprese esterne all’UE che importano determinati prodotti paghino un prezzo per le emissioni di carbonio associate a tali prodotti, simile a quanto richiesto alle imprese all’interno dell’UE attraverso il sistema di scambio delle emissioni dell’UE (EU ETS).

 

Green Deal: cos’è e dove ci porta

Il Green Deal (o Patto verde Europeo) è un’iniziativa politica ed economica lanciata dall’Unione Europea con l’obiettivo di trasformare l’economia europea in una economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Annunciato nel dicembre 2019, il Green Deal dell’UE mira a rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.
Il Green Deal prevede una serie di politiche e misure volte a ridurre le emissioni di gas serra, promuovere l’efficienza energetica, aumentare l’uso delle energie rinnovabili, migliorare la mobilità sostenibile, proteggere la biodiversità e incoraggiare l’innovazione verde e la transizione verso un’economia circolare.
Tra le misure chiave del Green Deal ci sono il rafforzamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, la promozione delle tecnologie pulite e l’adozione di politiche per proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali.
Il Green Deal è un’ambiziosa strategia che coinvolge diversi settori e richiede la collaborazione tra governi, industrie, comunità e cittadini per affrontare sfide urgenti come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

 

CBAM: obiettivo “no carbon leakage”

Il CBAM mira a ridurre il rischio di “delocalizzazione carbonica”, cioè la possibilità che le aziende spostino la loro produzione in paesi con normative ambientali meno stringenti, per evitare i costi delle emissioni di carbonio. L’obiettivo è quello di garantire che le imprese all’interno dell’UE non siano svantaggiate rispetto a quelle al di fuori dell’UE in termini di concorrenza, mentre si promuove la riduzione delle emissioni globali di carbonio.

In sintesi, il CBAM è uno strumento che si inserisce all’interno del quadro più ampio del Green Deal dell’UE, contribuendo alla sua missione di ridurre le emissioni di gas serra e promuovere la sostenibilità ambientale, sia all’interno che al di fuori dell’Unione Europea.

 

Disciplina CBAM nella pratica

Le pratiche CBAM derivano dall’operatività del meccanismo CBAM, che si basa sull’applicazione di una tassa sulle importazioni provenienti da paesi con normative ambientali meno rigide dell’UE. Tale imposta è calcolata in base alle emissioni di CO2 generate durante la produzione dei beni importati, con l’obiettivo di incoraggiare i produttori esteri a ridurre le loro emissioni. In tal modo, l’UE cerca di prevenire il “carbon leakage”, ovvero lo spostamento della produzione verso paesi con regolamentazioni meno severe, il che potrebbe portare ad un aumento delle emissioni globali.

L’impegno principale delle pratiche CBAM è la prevenzione e la gestione del rischio di “carbon leakage”, assicurando che gli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 in Europa non siano vanificati dall’aumento delle importazioni di prodotti meno sostenibili. Le pratiche CBAM possono essere strutturate come segue:

  1. Valutazione dell’impronta di carbonio: le imprese devono calcolare l’impronta di carbonio dei loro prodotti importati nell’UE, considerando le emissioni di CO2 generate durante l’intero processo produttivo. Ciò richiede un apparato significativo per la raccolta e l’analisi dei dati sulle emissioni.
  2. Acquisto di certificati CBAM: le imprese devono acquistare certificati CBAM che corrispondano alla quantità di emissioni di CO2 contenute nei prodotti importati. Il valore di tali certificati è allineato a quello del sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (EU ETS). Così si garantiscono le condizioni di costo uniformi per le emissioni di carbonio sia per le imprese europee che per quelle estere.
  3. Rendicontazione e verifica: le imprese devono rendicontare regolarmente le proprie emissioni e l’acquisto di certificati CBAM alle autorità competenti. Queste informazioni devono essere verificate da organismi indipendenti per garantirne l’accuratezza e l’affidabilità.
  4. Ottimizzazione della catena di approvvigionamento: le imprese potrebbero dover rivedere e ottimizzare le proprie catene di fornitura. Il fine è di ridurre i costi associati al CBAM e migliorare la sostenibilità. Ciò potrebbe includere la ricerca di fornitori con minori impronte di carbonio o l’investimento in tecnologie più pulite.
  5. Innovazione e sostenibilità: le imprese sono incentivare ad investire in innovazione e pratiche di produzione più sostenibili per ridurre le loro emissioni di CO2. Questa fase comprende lo sviluppo di nuovi materiali, l’adozione di energie rinnovabili e l’implementazione di processi produttivi più efficienti.

È importante ricordare che l’obbligo per la divulgazione degli impatti ambientali spetta all’azienda importatrice dei beni o servizi dentro l’Unione Europea, e non all’azienda produttrice degli stessi. Al momento siamo nella fase transitoria che si concluderà a fine 2025. Dal 2026, quando entrerà definitivamente in vigore, ci sarà l’obbligo di pagare le CO2e acquisendo certificati.

 

Possibili criticità

Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) ha degli obiettivi utili e ambizioni, ma non è stato esente da critiche. Alcuni lo considerano una misura protezionistica che potrebbe provocare conflitti commerciali, mentre altri mettono in dubbio la sua efficacia nel contrastare il cambiamento climatico. Tuttavia, la proposta riflette l’urgente necessità di affrontare le emissioni di carbonio su scala globale. Le prospettive future del CBAM dipenderanno dal suo sviluppo legislativo e dalla sua implementazione pratica, nonché dalla reazione delle altre economie globali alla proposta europea.

 

Come possiamo aiutarti?

CBAM per la tutela dell’ambiente impone alle aziende importatrici di merci ad alta intensità di carbonio a rispettare obblighi stringenti, collegati alle emissioni di CO2. Chi non rispetta i vincoli istituiti da CBAM rischia pesanti sanzioni.

Non rischiare! GC&P ti aiuta quindi a rispettare gli standard ambientali indicati dalla normativa in vigore attraverso il suo servizio di consulenza ambientale. Dal calcolo della Carbon Footprint al registro CBAM, i nostri consulenti ti supporteranno nel seguire tutti gli adempimenti ambientali.

 

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